Quale motore di rendering scegliere? Meglio V-ray o Corona… o addirittura una terza opzione?
Sul serio, non hai idea di quante volte abbia visto fare questa domanda nei forum e nelle community di architetti e archviz artist di mezzo mondo!
È una questione che spunta fuori regolarmente anche sull’Agorà degli Architetti, il ritrovo della nostra community su Facebook, e sul profilo Instagram del blog attraverso Storie e DM.
Quindi mi sono finalmente deciso a mettere la mia risposta nero su bianco, cercando di essere quanto più preciso e oggettivo possibile per fare chiarezza su come scegliere un motore di rendering… e sfatare gli equivoci più comuni a riguardo.
Sì, perché altrettanto spesso ho visto porre la questione a partire dai presupposti sbagliati.
In tanti pensano che la scelta del motore di rendering abbia un impatto determinante sulla qualità finale delle nostre immagini.
Niente di più lontano dalla realtà… ma andiamo con ordine!
Iniziamo questo viaggio dal principio, cercando innanzitutto di capire come decidere quale motore di rendering usare.
Come decidere quale motore di rendering usare? I fattori da considerare.
Come dicevo, c’è innanzitutto da chiarire uno degli equivoci più comuni legati alla scelta di un motore di rendering.
La decisione su quale motore di rendering usare deve partire dalle giuste premesse… e chiedersi quale motore di rendering produca le immagini migliori è decisamente la peggior premessa possibile!
Non mi stancherò mai di ripeterlo: se vuoi realizzare delle buone immagini in CGI per l’architettura devi calarti nei panni del fotografo, e lavorare sulla composizione dell’immagine, l’illuminazione e l’atmosfera (e se ti interessa il discorso, in quest’articolo, ti fornisco ben 13 regole d’oro per realizzare un’immagine di successo).
Il software è soltanto lo strumento per arrivare al risultato finale. Perciò, per quanto sia importante padroneggiare il motore di rendering, collegare la qualità di un’immagine esclusivamente alle capacità tecniche è sbagliato.
La verità è che quasi tutti i motori di rendering in commercio sono in grado di restituire immagini eccellenti… se utilizzati da mani esperte!
Nonostante la qualità delle immagini rese dal motore dovrebbe essere un non-fattore nella scelta, è anche vero però che le caratteristiche tecniche di ciascun motore di rendering possono essere diverse.
Questo fattore, assieme alla curva di apprendimento del software sono fondamentali nello scegliere un motore di rendering.
Altro fattore fondamentale nello scegliere un motore di rendering è la compatibilità coi software che adoperi nel tuo workflow. Devi sapere infatti che i motori di rendering non sono universalmente disponibili per ogni ambiente di modellazione 3D, come vedremo tra pochissimo.
Un altro elemento che dovrai valutare attentamente nello scegliere quale motore di rendering adottare è la sua richiesta da parte del mercato del lavoro, in base al percorso professionale che intendi seguire.
Infatti, posso già dirti che al momento, la conoscenza di almeno uno dei due motori di rendering che ti presenterò nei prossimi paragrafi è essenziale se vuoi presentarti come 3D artist, poco importa se per uno studio di archviz o uno studio di architettura.
(A proposito, se ti stai presentando come 3D artist a uno studio di architettura o di visualizzazione, ho raccolto per te alcune dritte su come preparare una candidatura e un portfolio efficaci)
Tuttavia, sempre più studi di architettura stanno adottando soluzioni più semplici per la visualizzazione in-house, soprattutto per quelle situazioni in cui non sia necessario produrre immagini e animazioni di qualità elevata. Questo è un trend da tenere senz’altro in considerazione per il futuro.
Ultimo, ma non in ordine di importanza, è il prezzo del software, il tipo di licenza offerta (permanente, con aggiornamenti a pagamento, ad abbonamento…) e le agevolazioni disponibili per l’acquisto.
Se stai seguendo un percorso accademico questa è una cosa che devi assolutamente considerare! Molte software house infatti, concedono forti sconti per l’acquisto o addirittura versioni gratuite dei propri prodotti se sei in grado di dimostrare il tuo status di studente.
Detto questo, diamo un’occhiata assieme alle differenze tra i due motori di rendering più usati nel settore dell’architettura.
Immagino che i nomi Corona e V-Ray ti dicano qualcosa, no? :)
V-Ray o Corona… e gli altri motori di rendering?
V-Ray o Corona?
Questa è in assoluto la domanda che si pone più spesso nel decidere quale motore di rendering adottare.
E in effetti, dando una rapida occhiata al sondaggio annuale di CGArchitect.com sui motori di rendering per il 2020, puoi immediatamente renderti conto di quanto sia grossa la fetta di mercato occupata da V-Ray e Corona, con Lumion che segue a ruota.
Nota: non trattandosi di un vero e proprio motore di rendering, Lumion meriterebbe un discorso a sé. Verso la fine dell’articolo farò una breve panoramica su questo software che sta prendendo sempre più piede nel nostro settore.
In questo articolo mi concentrerò proprio sul confronto tra V-Ray e Corona.
Questo però non significa che gli altri motori di rendering siano meno validi!
Ti faccio alcuni esempi.
Questa immagine di ENGRAM Studio, una delle realtà più solide nel settore dell’archviz in Italia, è stata realizzata con la versione per Lightwave di Octane, un motore di rendering GPU-based.
Johannes Lindqvist, visualizer svedese noto per le sue immagini di interni ultrafotografiche, usa regolarmente FStorm per 3DS Max in produzione, altro motore di rendering GPU-based.
No, non ti ho mostrato i lavori sopra per confonderti ulteriormente le idee su quale motore di rendering scegliere! Semplicemente, ti ho mostrato come sia possibile ottenere immagini e animazioni di altissima qualità anche senza ricorrere ai più blasonati V-Ray o Corona.
Tuttavia, dati alla mano, la diffusione di V-Ray e Corona è sotto gli occhi di tutti.
Non imparare a usare uno di questi due motori di rendering significa a tutti gli effetti precluderti delle possibilità lavorative, se fare immagini è quello che ti interessa.
Motori di rendering come FStorm, Octane o Redshift restano comunque soluzioni interessanti e valide, ma si tratta di prodotti di nicchia pensati per specialisti e appassionati e preferisco non tenerli in considerazione in questo articolo.
Detto questo, partiamo con l’analizzare il motore di rendering per eccellenza, V-Ray.
Scegliere V-Ray come motore di rendering: i pro e i contro.
Scommetto che avrai già sentito nominare V-Ray!
Questo motore di rendering sviluppato dalla compagnia bulgara Chaos Group nasce nel lontano 1997, ed è stato per molti anni una scelta quasi obbligatoria per chi si occupava di visualizzazione architettonica.
V-Ray è largamente diffuso in tutti i settori che si avvalgono della computer-grafica, a partire dall’industria cinematografica fino a quella videoludica, passando per il VFX, l’industrial design e il product design. E questo già di per sé è un ottimo motivo per scegliere V-Ray, visto che apre numerose possibilità nel caso un giorno tu decida di cambiare carriera!
V-Ray nasce in origine come motore di rendering CPU-based, ma dal 2017 è affiancato da una versione parallela GPU-based capace anche di sfruttare parte della potenza della CPU in una sorta di modalità ibrida.
(Mi rendo conto che questi termini possano intimorirti un po’, ma se vuoi avere le idee più chiare su cosa sia un motore di rendering CPU o GPU-based, dai un’occhiata a quest’articolo).
Uno dei motivi della diffusione così ampia di V-Ray è probabilmente dovuta alle infinite possibilità tecniche offerte da questo motore di rendering. In questo articolo non mi soffermerò su quest’aspetto (in realtà il settore dell’architettura sfrutta solo una minima parte di queste potenzialità) ma è bene che tu ne sia al corrente.
Tra queste rientra il poter controllare in modo preciso gli aspetti tecnici del software. In V-Ray è possibile regolare e ottimizzare il funzionamento interno del motore in base alle necessità del momento, agendo su fattori che influiscono direttamente sui tempi di rendering, come parametri e modalità di calcolo di illuminazione e antialiasing… ammesso che tu sappia dove mettere le mani senza fare disastri!
Per questo motivo, V-Ray viene considerato da molti un motore di rendering ostico e difficile da apprendere. C’è da dire però che negli ultimi anni Chaos Group ha fatto un ottimo lavoro nel rendere V-Ray sempre più facile da usare, al punto che i valori predefiniti del plugin ora funzionano in modo più che discreto nella maggior parte degli scenari d’uso.
L’altro motivo per il predominio di V-Ray nell’industria della visualizzazione architettonica è la sua compatibilità con un’ampia gamma di software di modellazione 3D. Oltre agli immancabili 3DS Max e Cinema4D, abbiamo anche versioni per Revit, Rhinoceros e Sketchup. Puoi dare un’occhiata alle versioni di V-Ray in commercio qui.
Un’altra importante conseguenza dell’ampia diffusione di V-Ray nel corso degli anni è stato il rendere possibile lo sviluppo di una nutrita comunità di creatori di contenuti e materiale educativo. Quindi non solo potrai trovare ogni sorta di tutorial e corso su V-Ray, ma anche moltissimi asset 3D già prodotti e pronti per essere usati nelle tue scene.
Per chiudere, diamo un rapido sguardo all’investimento necessario per acquistare una licenza di V-Ray.
Innanzitutto, il costo di una licenza di V-Ray varia in base alla versione, ed è disponibile sia tramite abbonamento mensile (dai 55 € ai 70 € al mese) che annuale (dai 315 € ai 425 € all’anno).
Inoltre, Chaos Group mette a disposizione una licenza perpetua che prevede un acquisto una tantum dai 710 € ai 1060 €. Questa licenza include gli aggiornamenti gratuiti del software ma non i principali: ad esempio, un upgrade dalla versione 5 alla 6 di V-Ray andrebbe acquistato separatamente ad un prezzo che varia dai 355 € ai 530 €.
Infine, è disponibile anche una licenza Educational per docenti e studenti al costo di 134 € all’anno, che comprende tutte le versioni disponibili di V-Ray. Questa licenza non si può usare per lavori commerciali e richiede una prova di stato accademico.
Per una panoramica completa visita lo store di Chaos Group a questo link.
Scegliere Corona Renderer come motore di rendering: i pro e i contro.
Corona Renderer è sviluppato a partire dal 2009 dalla compagnia ceca Render Legion, acquisita da Chaos Group nel 2017. Sì, hai capito bene, V-Ray o Corona appartengono alla stessa compagnia, anche se sono sviluppati da team diversi.
Tornando a noi, Corona Renderer è un motore di rendering CPU-based; questo significa che sfrutta esclusivamente la potenza del processore per il calcolo delle immagini.
(Se hai difficoltà a comprendere termini tecnici quando parlo di hardware, l’articolo giusto per te è sempre questo qui!).
Di Corona Renderer ne ho già parlato in passato. È il motore di rendering che uso per The Big Picture e in quest’articolo ho elencato i motivi per i quali ho scelto proprio il motore di rendering di Render Legion.
I motivi che ho riportato nell’articolo sono ancora più che validi nello scegliere V-Ray o Corona.
Innanzitutto, Corona Renderer è fondato sull’idea che chi realizza immagini possa dedicare il minor tempo possibile a padroneggiare e modificare i parametri tecnici del software, concentrandosi così sugli aspetti artistici di immagini e animazioni.
Per raggiungere questo obiettivo, Corona Renderer è pronto per essere usato subito dopo l’installazione. Nessuna noiosa fase di modifica dei parametri, non dovrai fare altro che impostare la scena e schiacciare il pulsante “Render”.
Questa è una manna dal cielo, soprattutto se smanettare nelle impostazioni non è il tuo forte. In poche parole, a meno che tu non abbia problemi evidenti con velocità del rendering o bug grafici, non dovrai toccare nulla!
Una delle funzioni che più apprezzo di Corona Renderer è la possibilità di ottenere un rendering della scena in tempo reale tramite la funzione Corona Interactive. La funzione IR (Interactive Rendering) è stata successivamente implementata anche da V-Ray, ma sconta il fatto di non essere parte della programmazione originaria del software e non riesce a raggiungere le stesse prestazioni fornite dall’IR di Corona.
Altre funzioni di Corona che mi hanno stupito fin dal primo uso sono il Denoiser, un algoritmo capace di rimuovere il noise (ossia la grana) dall’immagine in maniera intelligente senza perdite eccessive di dettagli, e il LightMix, che permette di modificare l’intensità e il colore delle luci della scena dopo aver terminato il render.
Riguardo l’aspetto economico, Corona Renderer presenta un ottimo rapporto qualità/prezzo.
Se sei un professionista, potrai ottenere una licenza in abbonamento al prezzo mensile di 24,99 € (oppure 289,99 € all’anno), mentre se sei uno studente o un docente è disponibile per te una licenza speciale al prezzo di 24,99 € all’anno, valida anche per la realizzazione di lavori commerciali. Ovviamente, per accedere a questa licenza è necessario fornire prova dello stato accademico.
Tuttavia, nemmeno Corona Renderer è esente da difetti, e per fare chiarezza nell’annosa diatriba V-Ray o Corona partirei proprio dall’estrema semplificazione dei parametri tecnici messi a disposizione.
Corona infatti non consente un controllo così minuzioso della performance del motore di rendering, come invece permette V-Ray. Un esempio su tutti? In Corona Renderer non è possibile agire direttamente su opzioni in grado di abbreviare i tempi di rendering.
Infine, purtroppo Corona Renderer è disponibile solamente per 3DS Max e Cinema 4D.
Al momento non è in programma lo sviluppo del plugin per altri ambienti di modellazione, e questo potrebbe scoraggiare molti utenti e studenti che preferiscono software di modellazione più semplici.
Federico, e cosa mi dici di Lumion?
Non ho mai usato Lumion o altre applicazioni di render in real-time in prima persona.
Questo paragrafo si basa sull’esperienza di altri utenti e colleghi, ma quando mi vengono chiesti suggerimenti su quale motore di rendering imparare, Lumion viene citato sempre più spesso.
E in effetti, sempre più studenti e studi di architettura piccoli e medi stanno sostituendo la tradizionale accoppiata 3DS Max+V-Ray/Corona a Lumion o alternative simili.
Ma andiamo con ordine e facciamo un po’ di chiarezza anche su quest’aspetto.
Innanzitutto, Lumion non è un motore di rendering.
Lumion è un’applicazione indipendente che integra un motore di rendering real-time e un ambiente software che permette di arricchire un modello 3D.
Ho usato il termine “arricchire” di proposito, perché Lumion non è neanche un software di modellazione, e richiede che il modello 3D del progetto venga importato da software di terze parti.
Su quest’aspetto, il team di Lumion ha fatto un ottimo lavoro per garantire la compatibilità con quanti più software di modellazione possibili, fornendo addirittura un plugin (LiveSync) per l’aggiornamento in tempo reale.
I punti di forza di Lumion sono la sua semplicità d’uso e la possibilità di ottenere risultati discreti con un minimo sforzo di apprendimento del software.
Grazie anche a una libreria di preset e modelli 3D molto ampia, Lumion permette di ottenere immagini statiche e animazioni in tempi molto brevi rispetto ai motori di rendering tradizionali.
Questa estrema semplificazione ha però un prezzo.
In primo luogo, in Lumion manca la flessibilità garantita dai motori di rendering tradizionali nel controllo di illuminazione, materiali e atmosfera.
Inoltre, per quanto la libreria di Lumion sia ampia, non regge il confronto con la possibilità di utilizzare la propria libreria di modelli 3D, cosa assolutamente necessaria per molti tipi di lavori.
In parole povere, al momento ben pochi userebbero Lumion (o altri software simili come Twinmotion o Enscape, di cui parlerò prossimamente) per produzioni di alto livello o per contenuti visivi da mostrare in una presentazione pubblica.
Tuttavia, Lumion potrebbe essere una soluzione interessante per gli studenti o per quei progetti sui quali non si hanno troppe pretese sulla qualità finale di animazioni e immagini statiche.
Riguardo al prezzo, Lumion viene venduto in due versioni (Lumion e Lumion PRO) in licenza permanente, rispettivamente al prezzo di 1.499 € e 2.999 €. La differenza tra queste due versioni risiede soltanto nella quantità di elementi forniti nella libreria e negli effetti di rendering.
Infine, Lumion è disponibile gratuitamente per gli studenti. La licenza educational include tutte le caratteristiche della versione PRO, ma non può essere utilizzata per progetti commerciali e appone un piccolo watermark sui render prodotti.
V-Ray VS Corona: il verdetto finale.
Siamo arrivati alla resa dei conti!
Qual è il motore di rendering giusto per te? V-Ray o Corona?
Ovviamente non posso essere io a darti la risposta definitiva, ma alla luce di tutto quello che ti ho illustrato, dovresti essere in grado di prendere una decisione basata sulle giuste premesse.
Riassumendo…
V-Ray – pro e contro
Pro | Contro |
---|---|
Essendo in commercio da più tempo, V-Ray è più diffuso e utilizzato rispetto a Corona ed è praticamente lo standard per chi lavora con la computer grafica. | V-Ray è decisamente più costoso di Corona Renderer. |
Per V-Ray esiste tantissimo materiale educativo da consultare, oltre a una pletora di modelli 3D pronti per essere usati nelle tue scene (anche se su questi aspetti il gap tra Corona e V-Ray si sta colmando velocemente). | La curva di apprendimento di V-Ray è più lenta, e la quantità di impostazioni presenti potrebbe scoraggiare gli utenti meno tecnici. |
V-Ray offre numerose impostazioni e controlli che ti consentiranno di personalizzare in modo minuzioso la performance del motore di rendering. | Le performance di alcune funzioni di V-Ray aggiunte sulla scia di quelle offerte da Corona Renderer, sono leggermente inferiori rispetto a quelle offerte dalla controparte. |
V-Ray è disponibile per moltissimi ambienti software diversi, tra cui anche Rhino, SketchUp e Revit. |
Corona Renderer – pro e contro
Pro | Contro |
---|---|
Corona Renderer è votato alla semplicità d’uso e non richiede una fase di set-up e ottimizzazione in base allo scenario d’uso. Questa filosofia alla base del software, permette all’utente di focalizzarsi maggiormente sugli aspetti creativi della realizzazione di un’immagine. | Corona Renderer è disponibile solamente per 3DS Max e Cinema4D, e al momento non è in programma lo sviluppo per altri software. |
Corona Renderer è più rapido da padroneggiare rispetto a V-Ray. Inoltre, le sue caratteristiche lo rendono un motore particolarmente indicato per la visualizzazione architettonica. | La semplicità delle impostazioni di Corona Renderer potrebbe far storcere il naso a quegli utenti che vogliono avere il controllo totale sugli aspetti più tecnici. |
Corona Renderer è decisamente più economico di V-Ray, e questo si applica sia alla licenza commerciale che a quella per studenti e docenti. |
Per chiudere…
Questo confronto agguerritissimo tra i motori di rendering più gettonati finisce qui!
Che tu decida di optare per V-Ray o Corona (o qualsiasi altra opzione a disposizione!) ora hai finalmente gli strumenti necessari per scegliere con la giusta consapevolezza.
Quindi va’, e lavora sodo per sfornare immagini indimenticabili!
Come sempre, se hai ancora dubbi o vuoi dire la tua sull’argomento, sono qui per te nei commenti in basso.
Alla prossima!
Federico